La Rete Diritti Umani Digitali, di cui fanno parte le organizzazioni della società civile Amnesty International Italia, Hermes Center, Period Think Tank, Privacy Network, StraLi e The Good Lobby Italia, ha aderito all’appello di European Digital Rights (EDRi) e firmato, insieme a centinaia di organizzazioni della società civile e sindacati, una lettera aperta alla Commissione europea per esprimere forte preoccupazione sul Digital Omnibus.
Il Digital Omnibus è presentato come un intervento tecnico per “semplificare” le norme digitali dell’UE ma, in realtà, rischia di trasformarsi in un programma di deregolamentazione che indebolirebbe alcune delle principali tutele europee, tra cui:
- il GDPR, il regolamento europeo sulla protezione dei dati personali;
- l’AI Act, la prima legge europea che disciplina l’uso dell’intelligenza artificiale;
- la direttiva ePrivacy, una norma cardine sulla tutela contro il tracciamento degli utenti online;
- e molte altre disposizioni che garantiscono trasparenza, sicurezza e diritti nel mondo digitale.
Le proposte della Commissione, presentate oggi 19 novembre, potrebbero infatti facilitare il tracciamento delle persone sui propri dispositivi, ridurre i controlli su come aziende e governi trattano i dati sensibili, permettere a chi sviluppa sistemi di IA di esentarsi dagli obblighi previsti dall’AI Act e indebolire, in generale, i meccanismi che oggi proteggono lavoratori, minorenni e persone vulnerabili.
Si tratta di un arretramento silenzioso ma significativo, portato avanti con processi rapidi e poco trasparenti, che rischia di smantellare conquiste ottenute in anni di lavoro, ricerca e mobilitazione.
Per questo chiediamo alla Commissione europea di tornare sui propri passi, fermare qualsiasi tentativo di indebolire le norme europee che proteggono i nostri diritti digitali e garantire un coinvolgimento reale della società civile.
L’Europa non ha bisogno di norme più deboli, ma della volontà politica di far rispettare quelle che già ci tutelano.

