Respinti in Senato gli emendamenti al DdL 1146 appoggiati dalla nostra Rete

Dopo mesi di stallo, tutto si è svolto, senza apparente motivo, dalla sera alla mattina: prima, l’inammissibilità dell’emendamento che chiedeva trasparenza sul funzionamento degli algoritmi utilizzati dal sistema SARI della Polizia di Stato, poi la bocciatura degli altri due emendamenti.

Ma andiamo con ordine. La sera di martedì 18 marzo, le Commissioni VIII (Ambiente) e X (Affari Sociali) sono state improvvisamente convocate e, nel giro di mezz’ora, hanno aperto i lavori e avviato la discussione sugli emendamenti al DDL 1146 sull’Intelligenza Artificiale (Meloni e Nordio).

Non solo: la capogruppo ha deciso che la Commissione, non avendo concluso i lavori in serata, avrebbe potuto proseguire anche il giorno successivo, mercoledì 19, durante i lavori d’Aula della mattina.

Tanta fretta e pratiche inusuali con un solo obiettivo: mettere al tappeto obiezioni e proposte alternative a quelle del Governo, che su questo tema, evidentemente vuole avere la strada libera. Anche le organizzazioni della società civile della Rete per i Diritti Umani Digitali non hanno potuto fare altro che assistere impotenti.

Nessuna urgenza né scadenza, eppure i tempi parlamentari sono stati compressi, per l’ennesima volta. Un’ulteriore conferma di una gestione dei lavori che, da due anni, si rivela sempre più opaca e distante dai principi di correttezza democratica. 

Il risultato? Tre proposte cruciali per i diritti digitali e la trasparenza, da noi appoggiate e talvolta ispirate dal nostro lavoro degli ultimi mesi, sono state affossate. 

Innanzitutto il Governo ha dichiarato inammissibile l’emendamento che chiedeva la pubblicazione dei dati raccolti da SARI, il sistema di riconoscimento facciale della Polizia di Stato.

Il Senato ha poi bocciato la proposta di affidare la governance dell’Intelligenza Artificiale in Italia a un’Autorità indipendente, preferendo invece mantenere il controllo nelle mani degli enti governativi AGID e ACN (si veda il nostro documento Motivazioni e Caratteristiche dell’Autorità Nazionale per l’Intelligenza Artificiale).

Infine, il Senato ha respinto anche l’emendamento che chiedeva la pubblicazione annuale, da parte del Garante, di una relazione sull’uso dell’identificazione biometrica in Italia, da sottoporre al Parlamento per garantire un controllo democratico e trasparente.

Il messaggio è chiaro: Governo e maggioranza non vogliono rendere conto alla cittadinanza sull’uso dell’Intelligenza Artificiale e della sorveglianza biometrica. Ma la Rete per i Diritti Umani Digitali non si ferma: continueremo a lottare per trasparenza, indipendenza e diritti fondamentali nell’era dell’IA. La battaglia è solo all’inizio.

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