Lo scorsa settimana abbiamo partecipato al Mozilla Festival, tenutosi dal 7 al 9 novembre 2025 a Barcellona. L’evento internazionale, al quale ha partecipato in rappresentanza di Hermes Center il nostro Davide Del Monte, unisce tecnologia, società e arte per riflettere sul futuro del web, un momento di confronto, creazione, scambio.
Il tema di quest’anno era “Unlearning” – mettere in discussione le premesse abituali e immaginare nuove vie per un internet libero, sicuro e inclusivo.
*L’evento è organizzato ogni anno da Mozilla Foundation, la stessa fondazione che, nel recente report sul Nesso tra tecnologia e migrazione, ha citato il lavoro della nostra Laura Carrer (Carrer e Coluccini, Tecnologie per il controllo delle frontiere in Italia).
Al festival si è parlato molto di come il settore big tech, grazie a investimenti milionari in comunicazione, marketing e lobbying, stia plasmando una retorica sull’AI tutta in positivo, che tralascia di proposito i lati oscuri di questa tecnologia. Si parla raramente infatti di insostenibilità ambientale, impatto sulle comunità più fragili, estrattivismo che preleva risorse dal Sud globale per arricchire i soliti pochi noti nel Nord.
Il legame tra una tecnologia percepita come “leggera e astratta” e le sue radici e conseguenze materiali è emerso con forza. Attivisti, tecnologi e giornalisti, in particolare dall’America Latina e dall’Africa, hanno spiegato i danni subìti dalle loro comunità a causa dell’enorme richiesta di risorse da parte dei data center, portando anche esempi di vittorie legali parziali ma importanti.
Emblematico il caso del tribunale di Santiago in Cile, che ha temporaneamente revocato il permesso a Google di costruire il Cerrillos Data Center, obbligando l’azienda statunitense a rivedere la sua richiesta tenendo conto degli effetti del cambiamento climatico.
Molte le voci critiche anche dall’Africa, tra cui quella forte e chiara di Kambale Musavuli, di Aether Strategies Center for Research on the Congo-Kinshasa, che ha raccontato della devastazione causata dalle miniere di litio, cobalto e coltan nella Repubblica Democratica del Congo.
Altro tema fondamentale del festival è stato quello della necessità di maggior collaborazione tra giornalismo di inchiesta e attivismo: non solo è necessario far luce sulle criticità delle big tech, ma è anche fondamentale fare massa critica e modificare gli attuali squilibri di potere tra le poche aziende multimiliardarie e i milioni di cittadini che ne subiscono le devastanti politiche di espansione.
Ci aspettano molte lotte nei prossimi mesi e anni, con la consapevolezza di doverle combattere in una situazione di svantaggio di risorse, strumenti e accesso ai processi decisionali mai visto prima.
