Lo scorso 24 marzo, il Centro Arabo per l’Avanzamento dei Social Media 7amleh ha pubblicato un report intitolato Divario digitale: discriminazione nell’infrastruttura digitale dei cittadini palestinesi in Israele. Il documento, che diffondiamo in solidarietà, descrive nel dettaglio come i fornitori israeliani di servizi Internet escludano appositamente le aree abitate dai palestinesi, nel tentativo di “tagliarli fuori” dalla partecipazione online.
Per i palestinesi, i diritti digitali sono ancora un miraggio
La discriminazione sistemica dei palestinesi residenti in Israele prosegue anche nell’infrastruttura digitale.
Nonostante l’accesso a internet sia ormai a tutti gli effetti un diritto umano fondamentale, cruciale per la partecipazione alla vita pubblica, l’espressione personale e l’inclusione in vari settori, i cittadini palestinesi ricevono servizi limitati e di qualità inferiore (laddove ne ricevono).
Sono infatti 120.000 i palestinesi che abitano nelle città e nei villaggi non riconosciuti nel Naqab (Negev) e che sono attualmente privi di servizi internet di base.
Il report rivela che oltre il 25% dei cittadini palestinesi in Israele utilizza il telefono cellulare come mezzo principale di accesso a internet, a differenza di una percentuale molto più bassa nella popolazione ebraica, a causa della mancanza di infrastrutture fisse nelle località palestinesi.
Fibra ottica vs. assenza totale di copertura
Il primo capitolo del report denuncia il fallimento del governo israeliano nel garantire copertura internet nelle città beduine non riconosciute nel Naqab, dove connettersi alla rete al momento è impossibile.
Il secondo capitolo confronta l’infrastruttura in fibra ottica a Nazareth, la più grande città palestinese in Israele, e Nof Hagalil, una città a maggioranza ebraica, rivelando una diffusa disponibilità nella seconda e una completa mancanza nella prima, non inclusa nemmeno nelle gare d’appalto. Nazareth viene messa a confronto anche con l’insediamento illegale di Ariel, mostrando la priorità che viene data ai coloni rispetto ai cittadini palestinesi.
Il terzo capitolo si concentra su forme simili di discriminazione nelle reti mobili, rilevando lacune di copertura nel Naqab e una netta disparità tra la contigua Nazareth (limitata al 3G) e Nof Hagalil (con il 5G). Analizza anche la scarsa qualità dell’infrastruttura e la mancanza di concorrenza come ulteriori forme di discriminazione strutturale.
Infine, 7amleh invita la società civile palestinese a continuare a documentare le violazioni, soprattutto nel Naqab, e sollecita azioni legali contro le aziende di telecomunicazioni che attuano pratiche discriminatorie.
Leggi il report completo (in inglese) a questo link.