L’11 marzo 2025 la Commissione Europea ha presentato una proposta di Regolamento sui rimpatri (o deportazioni?) per sostituire l’attuale Direttiva Rimpatri. In questa nuova proposta, sono presenti articoli fortemente lesivi dei diritti umani fondamentali, a tal punto da aver spinto più di 200 organizzazioni, compresi noi di Hermes Center, (lista completa qui) a sottoscrivere un comunicato, redatto e diffuso da PICUM, Platform for International Cooperation on Undocumented Migrants.
Il testo del comunicato è disponibile a questo link in italiano e la raccolta firme è tuttora aperta (form da compilare qui). Ma vediamo perché questa proposta è stata pesantemente criticata dai rappresentanti della società civile.
La proposta comporterebbe:
- Deportazioni verso paesi terzi senza legami personali (Artt. 4, 17): questi articoli consentirebbero la deportazione verso paesi con cui la persona non ha alcun legame. È prevista anche la creazione di centri offshore (hub di ritorno), di fatto paragonabili a prigioni.
- Obbligo agli Stati di sorvegliare e identificare persone irregolari (Art. 6): rischio di profiling etnico e criminalizzazione delle persone migranti e razzializzate. Minaccia per i diritti alla privacy, alla salute e al lavoro.
- Estensione della detenzione migratoria (Artt. 29-35): aumento della detenzione fino a 24 mesi, inclusi minori e vulnerabili, con criteri molto ampi. Incentivo economico per le aziende private che gestiscono i centri.
- Misure punitive e coercitive (Artt. 10, 12, 13, 16, 22, 29): obblighi irrealistici per i migranti (es. ottenere documenti da paesi terzi). Pene severe in caso di “mancata cooperazione”. Restrizioni anche alla partenza volontaria.
- Erosione del diritto di ricorso (Art. 28): verrebbe rimosso l’effetto sospensivo automatico dei ricorsi. Tempi brevi (max 14 giorni) rischiano di rendere inefficaci le tutele giuridiche.
- Sorveglianza digitale e violazione della privacy (Artt. 6-9, 23, 38-41): uso esteso di dati sensibili e tecnologie intrusive (es. tracciamento GPS), anche in collaborazione con paesi terzi non sicuri. Tema già molto sentito da Hermes Center e dalla coalizione #ProtectNotSurveil.
- Assenza di valutazioni d’impatto sui diritti umani: la proposta è stata fatta senza consultazioni pubbliche o valutazioni dei rischi sui diritti fondamentali, violando le linee guida UE.
Questi sono solo alcuni dei punti chiavi sottolineati nel comunicato, che invitiamo a leggere per intero. La nostre richieste finali comprendono: ritiro immediato della proposta da parte della Commissione, respinta del testo da parte del Parlamento europeo e del Consiglio UE e in alternativa politiche basate su inclusione, protezione e diritti, non su controllo e punizione.