In Spagna, a concedere la condizionale ai detenuti è un algoritmo che ha 30 anni

Le prigioni spagnole continuano a usare un algoritmo vecchio di 30 anni per decidere se concedere o meno i rilasci temporanei ai detenuti.

Lo denuncia il recente report di Civio, organizzazione no-profit spagnola che dal 2011 punta a sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su temi cruciali come giustizia, diritti umani e trasparenza del governo.

L’algoritmo utilizzato dall’amministrazione penitenziaria spagnola (giudici di sorveglianza e funzionari penitenziari), chiamato Sistema di Riesgo Previo de Libertad Condicional (SRPLC), è stato creato negli anni Novanta ed è basato su dati e assunzioni ormai obsoleti.

Nonostante la sua “età”, continua a giocare un ruolo significativo nelle decisioni che riguardano la concessione della libertà condizionale, anche se gli esperti sostengono che non sia efficace e spesso porti a decisioni ingiuste.

Infatti, l’algoritmo valuta fattori come il tipo di crimine commesso e il tempo trascorso in prigione, senza prendere in considerazione altri aspetti anche rigurdanti il comportamento del detenuto, come i progressi nel percorso di riabilitazione.

Utilizzarlo potrebbe portare a decisioni arbitrarie o parziali, che avrebbero come seguenza la detenzione ingiusta di persone quindi escluse a priori dalla possibilità di una liberazione temporanea.

Leggi il report per intero a questo link.

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