Ieri pomeriggio, su Le Monde, è uscito un importante appello indirizzato ai policy-makers invitati al prossimo Summit sull’intelligenza artificiale (10-11 febbraio, Parigi; in qualità di ospite, anche il nostro Davide Del Monte).
Firmato da un centinaio di organizzazioni, tra cui Hermes Center, Amnesty International e la Lega dei Diritti dell’Uomo, l’appello chiede che i diritti umani e la giustizia ambientale siano al centro della regolamentazione dell’intelligenza artificiale (IA).
L’IA si sta sviluppando sempre più rapidamente, ma i leader politici sembrano concentrarsi solo sugli aspetti economici, come la crescita e i profitti, senza considerare adeguatamente gli impatti sociali, umani e ambientali delle applicazioni di questa tecnologia.
Secondo noi, l’IA, così come viene sviluppata al momento, presenta sì grandi opportunità, da un lato, ma dall’altro perpetua discriminazioni, accresce le disuguaglianze e danneggia l’ambiente (sì, i consumi sono mastodontici!).
I sistemi basati sull’IA, infatti, spesso riflettono i pregiudizi di chi li sviluppa, rinforzando stereotipi e limitando l’accesso alle risorse per le persone più vulnerabili e discriminate, soprattutto in settori come la salute, il lavoro e i servizi pubblici.
Tra gli scandali recenti (tutti europei) citati nel nostro appello: il caso di un algoritmo utilizzato dal governo austriaco per orientare i disoccupati verso il mercato del lavoro, che tendeva a non indirizzare le donne verso il settore tecnologico; profilazione e discriminazione in Francia, Danimarca e Paesi Bassi, dove i sistemi automatizzati utilizzati per gestire le politiche sociali e i benefici hanno mostrato una propensione a discriminare alcune categorie di persone, spesso quelle provenienti da contesti svantaggiati.
Ci teniamo a sottolineare che la tecnologia non è mai la soluzione ai problemi sistemici e che, invece di rischiare di aggravare le violazioni dei diritti umani ricorrendo a sistemi di IA fallaci e discriminatori, è necessario affrontare le cause profonde di queste ingiustizie, risolvendo il problema alla radice con riforme e leggi in materia.
La versione integrale dell’appello è disponibile su lemonde.fr in lingua francese (per abbonati).